Mah Gul era una giovane donna di Herat, in Afghanistan.
A vent’anni è stata
decapitata dalla famiglia di suo marito, nell’ottobre 2012, perché
rifiutava di prostituirsi.
A Mah Gul ha dedicato una poesia Noorjahan Akbar, corrispondente dall’Afghanistan per “Safeworld” e attivista per i
diritti umani di “Young Women for Change”, un’organizzazione che si batte per i diritti delle donne in Afghanistan.
Il mondo non ha tremato
Quando Mah Gul è stata decapitata
Il mondo non ha tremato
Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno ha acceso una candela.
Nessuno ha pregato per lei. Nessuno l’ha fotografata. Nessuno ha affisso
manifesti con il suo nome e la sua immagine, in città. Nessuno ha
registrato la storia della sua vita, i suoi sogni, la sua felicità, la
sua tristezza, il suo sorriso o il modo in cui guardava.
Quando Mah Gul è stata decapitata, nessuno l’ha lodata per la sua integrità, per il suo coraggio, per la sua moralità.