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martedì 24 maggio 2016

Il Topo di Campagna e il Topo di Città - Esopo

 

Favola di Esopo che risale al VI sec a.C, ma sempre attuale.

Il topo di città ebbe un invito a pranzo dal topo della campagna, che era suo amico, e subito lieto partì. 
Ma il pranzo era uva secca e ghiande.
«Vedi,» gli disse, «che vita da formica conduci, mio caro!
E io ho la casa piena di ogni ben di Dio; vieni con me, che ti darò di tutto». 

Subito gli amici si incamminano verso a città.
L'ospite mostra legumi e fichi secchi e formaggio e pane, datteri, miele e frutta.
L'altro, stupito, lo ringrazia di cuore, maledicendo il suo triste destino.
Ma quando si apprestano a gustare il pranzo, capita un uomo che spalanca l'uscio.

I poverini, al rumore, con un sussulto, corrono a nascondersi in un buco del pavimento.
Poi ne escono, per gustare i fichi secchi, ma ecco arrivare un'altra persona, per non so quale faccenda. Scorgendolo, gli sventurati balzano di nuovo in cerca di salvezza.

Il topo di campagna, allora: sospira dice all'altro:
 «Addio amico mio! tu rimani in città con i tuoi cibi squisiti, goditi il pranzo con tutte le sue gioie e con tutti i rischi!
”Ti saluto, amico mio, io ritorno in campagna alla mia povera ma sicura vita”.

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