Spesso, per divertirsi, le ciurme
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero!
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole
Che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
Questa poesia l'ho sempre sentita cara, anche io mi sento come un albatro e infatti non mi curo di chi si prende gioco di me credendosi superiore...
RispondiEliminaUn abbraccio
Buona serata cara Lucia, come vedi ci sono nuovamente.
RispondiEliminaTomaso
Splendida questa poesia del grande Baudelaire.
RispondiEliminaTi auguro una buona serata.
Antonella
Parole cariche d'amarezza quelle del poeta! L'Albatros raffigura il poeta, anche lui spesso misconosciuto nel mondo dei "normali". Certo Baudelaire è stato un grande, un personaggio affascinante e dalla vita tormentata.
RispondiEliminaSi potrebbe riassumere questa splendida lirica in questi versi:
RispondiElimina... Il poeta è come il principe delle nuvole
Che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
Un caro saluto!