Sogno 
Ho sognato l'autunno nella penombra dei vetri, 
gli amici e te nella loro burlesca schiera, 
e come falco dal cielo, che sangue s'è procacciato, 
picchiava il cuore sulla tua mano. 
Ma il tempo trascorreva, e invecchiava e assordiva, 
e di damasco inargentando gli infissi 
l'aurora del giardino inzaccherava i vetri 
delle sanguigne lacrime di settembre. 
Ma il tempo trascorreva e invecchiava. E friabile 
come ghiaccio si fendeva e fondeva la seta delle poltrone. 
Di colpo tu, sonora, troncasti e ammutolisti, 
e il sogno cessò, quale eco di campana. 
Mi risvegliai. Come autunno era buio 
l'albeggiare, e il vento, allontanandosi, portava 
come dietro a un carro pioggia fuggente di pagliuzze, 
una schiera di betulle fuggenti per il cielo.


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