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domenica 15 gennaio 2012

Sant'Antonio Abate e il Fuoco La Leggenda


Sant'Antonio Abate (Qumans, 251 – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357) è considerato uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa e fondatore del monachesimo cristiano.
Ancora oggi, si usa nei paesi accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti  fuochi  “falò di S. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e di prosperità, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla primavera.
Le leggende a carattere popolare vogliono S.Antonio Abate in lotta con il demonio, ovvero con il male, con le passioni umane, con il fuoco eterno.
Il Santo divenne così il custode del fuoco, guaritore dell'herpes zoster,  una patologia detta “fuoco di S. Antonio” e il protettore degli animali domestici.
In Sardegna, nel Logudoro, si racconta questa leggenda:
Una volta, al mondo, non c’era il fuoco. Gli uomini avevano freddo e andavano da Sant’Antonio, che stava nel deserto, a pregarlo che facesse qualcosa per loro.
Sant’Antonio ebbe compassione e siccome il fuoco era all’inferno, decise di andare a prenderlo.
Col suo maialino e col sua bastone di ferula, Sant’Antonio si presento, dunque, alla porta dell'inferno e bussò: “Apritemi! Ho freddo e mi voglio riscaldare!
 
I diavoli alla porta videro subito che quello non era un peccatore, ma un Santo e dissero:
“No, no! T’abbiamo riconosciuto! Non apriamo. Se vuoi lasciamo entrare il porchetto, ma te no.
E cosi entrò il porchetto, ma appena dentro si mise a scorrazzare con una tale furia da
mettere scompiglio ovunque, tanto che i diavoli, ad un certo punto, non ne poterono più.
Finirono perciò per rivolgersi al Santo, che rimasto fuori dalla porta.
“Quel tuo porco maledetto ci mette tutto in disordine! Vienitelo a riprendere.
 
Sant’Antonio entrò negli inferi, toccò il maialetto col suo bastone e quello se ne stette subito quieto. “Visto che sono qui”, disse Sant’Antonio. “mi siedo un momento per scaldarmi”.
E si sedette su un sacco di sughero, proprio sul passaggio dei diavoli.
Infatti, ogni tanto, davanti a lui passava un diavolo di corsa. E Sant’Antonio col suo bastone di férula, giù una legnata sulla schiena!
Ad un certo punto i diavoli, indispettiti esclamarono:
 
“Questi scherzi non ci piacciono. Adesso ti bruciamo il bastone”.
Infatti lo presero ficcarono la punta tra le fiamme. Il maiale, in quel momento, ricominciò buttare all’aria tutto: cataste di legna, uncini, e tridenti.
E i diavoli avevano un bel da fare a mettere a posto.
“Se volete che lo faccia star buono”, disse Sant’Antonio, “dovete ridarmi il mio bastone”.
 
Glielo diedero ed il maialino stette subito buono.
Ma il bastone era di férula ed il legno di ferula ha il midollo spugnoso. Se una scintilla entra nel midollo questo continua a bruciare di nascosto senza che di fuori si veda.
 
Cosi i diavoli non s’accorsero che Sant’ Antonio aveva il fuoco nel bastone.
Il Santo col suo bastone se ne usci ed i diavoli tirarono un sospiro di sollievo.
Appena fu fuori, Sant’Antonio alzò il bastone con la punta infuocata e la girò intorno, facendo volare le scintille, come dando la benedizione.
 
E cantò:
" Fuoco, fuoco, per ogni loco; per mondo fuoco giocondo!"
 
Da quel momento, con grande contentezza degli uomini, ci fu il fuoco sulla Terra.




1 commento:

  1. Volevo proprio approfondire la mia conoscenza della storia degli antichi eremiti!

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