Social Icons

Pages

martedì 27 aprile 2010

L'arte della Geisha





Il “gei” significa “artista”, e (sha) che vuol dire "persona. La parola “geisha” si traduce come “esperta nelle belle arti”. La geisha è colei che eccelle nell’arte del canto, della musica e, soprattutto, della danza: le geishe più famose erano infatte eccelse danzatrici, e solo le maiko (apprendiste) più belle e promettenti venivano incoraggiate a specializzarsi in questa disciplina, che regalava notorietà, fama e prestigio.
La vita della geisha era estremamente dura e sin dall’infanzia, quando lasciavano la loro casa per andare a vivere negli okiya, le case delle geishe. Per intraprendere la carriera di geisha, infatti, era necessario iniziare l’addestramento sin da piccolissime, addestramento che durava poi tutta la vita.
Le ragazze negli okiya cominiciavano il loro cammino come domestiche e solo dopo un certo periodo nel quale dovevano dimostrare obbedienza, rispetto e un certo tipo di atteggiamento iniziavano a frequentare la scuola delle geishe, dove le materie insegnate erano canto, suonare lo shamishen, cerimonia del te e danza. La scuola continuava per tutta la durata dell’esercizio della professioneoltre l’età : non era raro vedere presenti a feste e banchetti geishe anziane. La geisha deve stimolare il piacere intellettuale, il piacere per l’arte, solleticare il gusto per il bello. Una geisha è un’intrattenitrice e un’esecutrice che vende la sua arte, non il suo corpo.







Capelli, trucco e vestiario della geisha hanno significati ben precisi e seguono determinate regole. Il viso veniva coperto da un denso cerone bianco che dava al volto l’aspetto di una maschera. Tra il viso e l’attaccatura dei capelli veniva lasciata una sottile striscia di pelle nuda, che doveva accentuare l’impressione di artificialità del trucco. Le labbra venivano dipinte con un rosso vermiglio, facendo attenzione che la bocca assumesse la forma di un bocciolo di violetta; le guance venivano imporporate e le sopracciglia scurite con un carboncino. Anche la nuca, il punto più erotico del corpo secondo i giapponesi, veniva dipinto con un motivo particolare, ognuno con un significato ben preciso. Il colletto del kimono veniva tirato indietro tanto da lasciar scoperti i primi dischi della colonna vertebrale. Il kimono che la geisha indossa dovrà essere diverso ogni sera: gli uomini che frequentano le case da te, infatti, rimarrebbero infastiditi nel vedere la geisha con lo stesso indumento di sera in sera. E’ questo uno dei motivi che lega la geisha all’okiya: un kimono di media fattura ha un costo spropositato, e per costituire la sua collezione di kimono – e potersi quindi “mettere in proprio” – la geisha ha bisogno di un danna, una specie di marito che si occupa di lei e paga tutto ciò di cui ha bisogno per imporsi nella sua professione.Una geisha non può infangare la sua reputazione con una lunga serie di danna, e ne avrà uno o al massimo due in tutta la sua vita.


Ancora oggi, comunque, le geisha esistono, sebbene in minor numero. Le comunità che resistono sono principalmente quella di Tokyo e di Kyoto, la più importante.


3 commenti:

  1. UN'arte meravigliosa , peccato che vengano confuse con la prostituzione!

    RispondiElimina
  2. La geisha vendeva la sua arte non il suo corpo!

    RispondiElimina
  3. una cosa fantastica...sarebbe bello per ogni donna a imparare...quanti uomini felici...

    RispondiElimina

linkwithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
 

Sample text

Sample Text

 
Blogger Templates