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giovedì 21 aprile 2011

La Cena di Emmaus del National Gallery di Londra - Caravaggio


La Cena in Emmaus è un'opera con tecnica ad olio su tela (196,2 x 141 cm.) realizzata nel 1602 da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio che si trova nella National Gallery di Londra
Il dipinto è stato probabilmente commissionato dal nobile romano Ciriaco Mattei.

Rappresenta l’episodio descritto nel Vangelo di Luca (24:13-32), i due discepoli di Cristo, Cleofa a sinistra e l'altro a destra, riconoscono Cristo risorto, che si era presentato loro come un viandante e che avevano invitato a cena, nel momento in cui compie il gesto della benedizione del pane, fondando così il sacramento dell'Eucarestia. Cristo è rappresentato con le fattezze del Buon Pastore, un giovane imberbe dall'aspetto androgino, non segnato dalla crocifissione, che simboleggia la promessa di vita eterna, la rinascita, e l'armonia.

I due discepoli mostrano stupore, Cleofa dalla meraviglia sobbalza dalla sedia e; l'altro vestito da pellegrino allarga le braccia con un gesto che mima simbolicamente la croce. Il quarto personaggio, l'oste non coglie pienamente il significato dell'episodio cui sta assistendo; il discepolo posto di spalle, infine, funge da espediente per coinvolgere più direttamente lo spettatore nella scena.

In esso si evidenzia una pittura fortemente influenzata dalla tradizione veneta e lombarda: il Caravaggio vuole dare risalto alla natura morta sul tavolo, posta in primo piano, integrando realismo e simbolismo in un unico linguaggio.
La brocca di vetro e il bicchiere riflettono la luce, il pollo con le gambe stecchite è stato interpretato come simbolo della morte, la canestra di frutta, in bilico sul bordo del tavolo, contiene diversi frutti, fuori stagione dipinti con le loro imperfezioni.
Anche nella frutta si possono trovare significati religiosi: l'uva nera indica la morte, l'uva bianca la resurrezione, le melagrane sono simboli di Cristo, i pomi possono essere intesi come frutti di Grazia o riportare al significato del peccato, infine l'ombra della canestra crea sul tavolo l'immagine del pesce, altro segno cristologico. Anche in quest'opera la luce divina, che illumina uno spazio in penombra è determinante per gli effetti pittorici e cromatici.

Rimasto nella Collezione Borghese fino alla fine del 1700, il quadro fu venduto dal principe Camillo, marito di Paolina Bonaparte ad un certo Durand, un mercante parigino.
Nel 1831 apparteneva a un inglese, l'onorevole George Vernon che lo donò alla National Gallery nel 1839. Esiste una seconda versione di questo dipinto e conservato nella Pinacoteca di Brera.

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