La Spada di Damocle - Leggenda Antica Grecia

La spada di Damocle è una espressione molto utilizzata in riferimento ad una leggenda dell'Antica Grecia.

Il racconto  viene tramandato da Cicerone, nelle sue Tusculanae Disputationes (libro V).

Damocle è il personaggio che si trovava presso la corte del tiranno Dionigi  il Vecchio, nel IV secolo a.C.

Il tiranno di Siracusa aveva anche adulatori di corte (adsentatores): uno di questi ingratiators era il sicofante di corte  Damocle.

Damocle, da grande adulatore, non perdeva occasione nel ricordare a Dionigi quanto fosse fortunato a godere di tanta autorità e benessere, che il suo blasonato ruolo di prestigio gli permetteva.

Dionigi gli rispose allora di prendere il suo posto per un giorno per capire se davvero lui fosse così fortunato come la maggior parte delle persone credeva.

Lo invitò quindi a partecipare al sontuoso banchetto, e lo fece accomodare al suo posto.

Solo alla fine della fastosa cena, alzando il capo, Damocle si accorse che su di lui pendeva in bilico una spada sorretta da un crine di cavallo, messa in modo così precario che poteva cedere da un momento all’altro.

Spaventato, Damocle pregò il tiranno di tornare nei suoi panni di umile cortigiano.

Dionigi aveva posizionato la spada sulla testa di Damocle per fargli capire quanto sia in realtà insicura ed esposta a mille pericoli e minacce la posizione di un uomo potente.

In genere tale espressione viene usata per indicare un pericolo incombente, le insicurezza comportate dall'assunzione di una grande responsabilità.