Il terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908 è uno degli eventi più catastrofici del XX secolo.
La scossa, di magnitudo 7.2, XI della scala Mercalli, fu registrata dai sismografi in tutto il mondo.
Messina (1908)
Io non la vidi mai, che d’essa noto
n’era il nome e non più.
Nel mio pensiero,
quanto vedevo immaginando il vero,
è quello che distrusse il terremoto.
Vedea uno stretto da varcarsi a nuoto;
di cupe frondi un dondolio leggero:
col porto di vocianti uomini nero,
sotto un meriggio eternalmente immoto,
biancheggiar la città, vasta aranciera.
ora veggo macerie, onde la fiamma
esce, o un lungo sottil braccio di cera.
Vagano cani ritornati fiere:
mentre al bimbo che piange e chiede mamma
canta la ninna-nanna un bersagliere …
Un pensiero affettuoso per tutte le popolazioni che sono state colpite da questa terribile calamità.
RispondiEliminaGli ultimi versi della bellissima poesia danno un brivido d'angoscia.
RispondiEliminaIl terremoto, questo terribile evento che colpisce improvviso e inaspettato, ci dà il senso della nostra impotenza e della nostra fragilità.